martedì 28 ottobre 2014

DNA e uncinetto

Sarà che io sono figlia unica, ma a me vedere i meccanismi e i piccoli grandi passi con cui cresce e si compone un sano volersi bene tra fratello e sorella mi affascina e a tratti mi stupisce. Vederlo nei miei bambini poi mi lascia senza parole, mi scioglie, mi manda in brodo.
Non dico quelle volte che si stuzzicano, che si stropicciano, che si spintonano, che si tirano i capelli, che si prendono in giro, che  si urlano nelle orecchie. Io dico le altre volte, quando si spalleggiano a vicenda durante un castigo, quando si prendono per mano per scendere le scale, quando si abbracciano dopo una giornata lontani o quando stanno lì, l'uno vicino all'altra, senza far niente, solo per esserci. Lo sanno, secondo me lo sanno anche se sono così piccoli che l'uno senza l'altro non sarebbe la stessa cosa, che nel loro DNA c'è scritto da tempo che un pezzettino di uno vive nel cuore dell'altro.

Ve le presento così, nude e crude senza tanti preamboli, ancora stropicciate da una notte di sogni d'oro e di sospiri profondi, calde di letto e profumate di latte, di miele e di testoline sudate. Sono le coperte sorelle, la Granny e la Elmer, finalmente le ho finite, giusto in tempo per i primi freddi.
(Se non ve le ricordate, qui e qui racconto come sono nate e cresciute).
Entrambe larghe 120cm e lunghe 150cm, fatte da migliaia di punti alti infilati con costanza uno dopo l'altro, entrambe di un buonissimo filato 100% acrilico della Annel comprato nel negozio online di Ilaria.
Entrambe sono fatte con grande amore e con una pazienza che ho preso in prestito non so dove, ma soprattutto, loro lo sanno, che nel loro DNA c'è scritto da tempo che un pezzettino dell'una vive nel cuore dell'altra.





mercoledì 15 ottobre 2014

Ragione o istinto?

Proprio vero. Che l'arte assomiglia alla vita e certe volte ne prende le sembianze.
La mia di vita è bella così, non potrei chiedere di meglio, solo che oggi, ma anche ieri e scommetto anche domani, non riesco ad averne una visione completa, una veduta d'insieme, magari un pò distaccata per poter andare avanti con prospettive diverse. Vedo i pezzi del puzzle sparsi sul pavimento e per rimetterli insieme non so da dove cominciare. Il che è eccitante come ogni cosa che inizia, ma senza un progetto ben chiaro non si può che andare per tentativi.

Io sono di quelle lì. Quelle che credono di dover progettare tutto nei minimi dettagli e ci passano le ore e poi i giorni. Quelle che spendono il tempo a studiare il modo migliore per incastrare i pezzi tanto da farsene venire la nausea e lasciar perdere ancora prima di iniziare. Quelle che prendono tempo per la paura di decidersi. Non ho detto che mi piace, ma sono io, sono così e lo so. (E la consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento... giusto?)

Ho tra le mani un dipinto che ho appena appena iniziato ed è proprio come un puzzle che deve prendere forma. Lo amo. Per il soggetto, per i colori che voglio regalargli, per lo stile. E siccome la cosa è molto rara non voglio arrivare ad odiarlo. Quindi con lui andrò per tentativi, pezzetto dopo pezzetto e se non potrò averne una visione d'insieme prima della fine prometto che me ne farò una ragione.

Voi come la pensate, progettate e ponderate o vi buttate nei tentativi? Ragione o istinto?