mercoledì 31 dicembre 2014

Essenzialmente... Buon anno nuovo!

Tiro le somme.

Nel 2014 abbiamo eliminato, in ordine sparso: un neo, il pannolino, una ciste preoccupante, i cancelletti dalle scale, le tonsille, le sbarre dal lettino e una lavatrice troppo vecchia e troppo piccola.

Tutte cose che ci hanno dato sollievo, soddisfazione, a tratti felicità.

 D'altro canto Noi, come famiglia,  accumuliamo quasi per vocazione ogni sorta di ciarabattola. Ammucchiamo scarpe nell'ingresso di casa, macchinine di ogni taglia e dimensione in ogni cassetto raggiungibile in punta di piedi, scorte di merendine nella dispensa per affrontare i tempi duri, caramelle alla frutta sotto i materassi... Ma se parliamo di aggiunte sostanziali nell'arco di tutto un anno diciamo che le possiamo contare sulle dita di due mani, includendo ovviamente anche la nuova lavatrice da 8 kg.

Il vero Cambiamento è frutto di un'operazione matematica. Si toglie o si aggiunge qualcosa, un gesto, un'abitudine, un'oggetto, una persona.
Ma io dico che non c'è niente di meglio che lasciare cadere la zavorra inutile per viaggiare leggeri godendosi il panorama. 

Fate spazio per l'anno che viene. Buttate dalla finestra il superfluo e allargate i confini della vostra mente, del vostro cuore, delle vostre case. Fate un pò di "decluttering" visto che il termine va tanto di moda. Liberatevi di ciò che non vi fa stare bene, lasciatevelo alle spalle senza voltarvi più indietro.

Via tutta quella roba che ostacola la vista e non vi fa guardare lontano, via quei rami secchi e improduttivi, via quelle persone che non vi fanno stare bene, via quei jeans stretti che tenete nell'armadio sperando, un giorno, di essere più magre.

Iniziate lanciando lontano qualcosa e facendo un bel respiro profondo. Avrete molto più spazio per tutta quella vita che vi aspetta.

Ma tenete ben strette le poche piccole grandi cose che vi rendono felici per davvero. Giusto l'essenziale.

Un caldo abbraccio e un Augurio di cuore a tutti voi. Per un uno spazioso, libero, arioso, bellissimo 2015!



martedì 2 dicembre 2014

Calendario dell'Avvento

Ecco come due calze spaiate sono finite appese ad una scala.
Stavo per andare a comprarlo al Lidl, il Calendario dell'Avvento dico, quello classico con finestrelle e cioccolata. Perchè in fondo sono una alla vecchia maniera e lo Spirito Natalizio entra in me solo dall'Otto Dicembre in avanti. Faccio fatica davvero a sopportare tutto quel Natale distribuito a manate già dal sedici di Ottobre. Anzi, ne avevo già la nausea io, di lucine e festoni. Ma al Calendario non si rinuncia.
Proprio no.

Perchè?
Semplice.

Perchè  c'è una cosa, sopra tutte le altre, in cui tutti i bambini sanno essere maestri. Loro sanno da sempre, e ce la possono insegnare senza tanti giri di parole, una verità che qualche volta da grandi si dimentica.

Che è molto più divertente essere felici tutti i giorni per piccole cose piuttosto che un giorno all'anno per un regalo da scartare.

Comunque, il trenta di novembre sono cascata dal pero. Non avevo ancora un Calendario.
POI HO PENSATO CHE LE COSE PIÙ SEMPLICI SONO SEMPRE LE MIGLIORI.

Fortuna che c'è mia cugina.
Voi ce l'avete una cugina che abita in Norvegia e che vi ha portato due paia di Uglycc durante la sua ultima visita? Perchè io sì e come recita lo slogan le Uglycc sono "probably the best wool socks ever made" e in più diciamocelo, il motivo "Marius" tipico norvegese fa tanto tanto Natale.

Quindi ecco lì le calze, appese alla scala con due mollette di legno tra le palline "vintage" di alberi vecchi quarant'anni e i fiocchi di neve ancora da pitturare fatti con i bastoncini dei ghiaccioli (che uno d'estate li tiene tutti perchè si sa che prima o poi a qualcosa servono no?!)

Fatto da me, con più amore che mai e solo con roba trovata per casa nel momento del bisogno.
Ogni giorno loro ci troveranno un cartoncino con la data e un disegnino da colorare (e poi da appendere ancora alla suddetta scala). E anche una sorpresina in fondo in fondo alla calza che potrà essere caramella, cioccolata, frutta secca... e qualcos'altro che mi verrà in mente strada facendo.

Il primo e il secondo sono già andati. E vedere i loro occhi illuminarsi per quei piccoli tesori è stato commovente. Talmente contagioso da prenderci gusto: piccole gioie quotidiane da cercare almeno una volta al giorno per ventiquattro giorni. Più Natale di così!








P.S. Le altre due calze sono nel cassetto, pronte per essere riaccoppiate il giorno di Natale!

sabato 15 novembre 2014

A quel Paese

L'Artitudine è andata a quel paese. Proprio per davvero. Un paese di mille anime con una Scuola Media di un centinaio.

Vedo ogni giorno facce sfacciate di undi-dodi-tredicenni con felpa sformata e zaino pesante cresciuti a pane, cellulare e Sponge-Bob. Bambini che non sanno se diventare grandi subito o aspettare un altro pò, alti come pali della luce e fragili come foglie secche a novembre. Non capisci bene se ci sono o se ci fanno... se ti prendono in giro o sono proprio così come li vedi: è l'innocenza che se ne stà andando via a grandi passi e saluta con la manina senza girarsi più indietro.

Si tratta di una breve supplenza, una manciata di settimane appena, quanto basta per un viaggio itinerante nel mondo controverso della NOSTRA scuola.

Alle otto del mattino li adoro e la mia giornata parte piena di aspettative e buoni propositi. Alle dieci non li sopporto più e i buoni propositi sono scappati a gambe levate. All'una del pomeriggio mi arrabbio con il sistema scolastico per tutte quelle piccole grandi cose che se si potessero cambiare vivremmo tutti meglio e alle quattro non vedo l'ora di tornare a casa dai miei bambini benedicendo il fatto che ho ancora qualche chilometro di rincorsa prima che si avvicinino alla pubertà.

Insegnare è una sfida ed è ben più difficile di quanto mi immaginassi. Sottovalutavo forse il fatto che prima di poter elargire a piene mani il tuo sapere devi imparare a gestire venti o trenta anime turbolente. Gente che alle due del pomeriggio, orario in cui la loro natura li vorrebbe a cercar castagne con i nonni, non hanno di sicuro voglia di stare per la settima ora di fila con il sedere piazzato su una sedia scomoda.

Un'esperienza preziosa comunque, almeno quanto un corso di sopravvivenza nei Marines.
E ne farò tesoro, ve lo prometto.

Comunque io mi adatto presto e mi affeziono in fretta. E così "Quel Paese" è diventato anche un pò casa mia. E ora ci si arrovella pensando al Natale. Addirittura ci si fa un vero e proprio mercatino laggiù, con tanto di oggetti in vendita fatti dai ragazzi della scuola. E siccome è fondamentale insegnare loro l'arte del riciclo e del riuso creativo ecco che sono andata in cerca di progetti natalizi.

In rete c'è l'imbarazzo della scelta, scrivete su Pinterest le paroline magiche "Christmas" "recycled" diy" e si aprirà un mondo davanti ai vostri occhi increduli. Questa volta io ho scelto progetti semplici, fattibili anche da manine impacciate e soprattutto che non prevedano l'utilizzo di strumenti appuntiti, taglienti o roventi. Ecco la mia selezione, potete cliccare direttamente sull'immagine se vi interessa approfondire l'argomento:


pinguini dalle bottiglie di plastica...

pingüinos



himmeli dalle cannucce...

Himmeli



babbi natale e pacchetti regalo dai rotoli di carta igienica...





pupazzi di neve dai tappi di latta...








cristalli di neve e stelline dai giornali vecchi...




Riciclata di giornale appesi stella addobbi (dimensione: piccolo. Confezione da 5)


presepe dai bastoncini dei ghiaccioli...



e il mio preferito in assoluto: il gufo con i tappi delle marmellate...

buhos

...avete altri suggerimenti per me?

martedì 28 ottobre 2014

DNA e uncinetto

Sarà che io sono figlia unica, ma a me vedere i meccanismi e i piccoli grandi passi con cui cresce e si compone un sano volersi bene tra fratello e sorella mi affascina e a tratti mi stupisce. Vederlo nei miei bambini poi mi lascia senza parole, mi scioglie, mi manda in brodo.
Non dico quelle volte che si stuzzicano, che si stropicciano, che si spintonano, che si tirano i capelli, che si prendono in giro, che  si urlano nelle orecchie. Io dico le altre volte, quando si spalleggiano a vicenda durante un castigo, quando si prendono per mano per scendere le scale, quando si abbracciano dopo una giornata lontani o quando stanno lì, l'uno vicino all'altra, senza far niente, solo per esserci. Lo sanno, secondo me lo sanno anche se sono così piccoli che l'uno senza l'altro non sarebbe la stessa cosa, che nel loro DNA c'è scritto da tempo che un pezzettino di uno vive nel cuore dell'altro.

Ve le presento così, nude e crude senza tanti preamboli, ancora stropicciate da una notte di sogni d'oro e di sospiri profondi, calde di letto e profumate di latte, di miele e di testoline sudate. Sono le coperte sorelle, la Granny e la Elmer, finalmente le ho finite, giusto in tempo per i primi freddi.
(Se non ve le ricordate, qui e qui racconto come sono nate e cresciute).
Entrambe larghe 120cm e lunghe 150cm, fatte da migliaia di punti alti infilati con costanza uno dopo l'altro, entrambe di un buonissimo filato 100% acrilico della Annel comprato nel negozio online di Ilaria.
Entrambe sono fatte con grande amore e con una pazienza che ho preso in prestito non so dove, ma soprattutto, loro lo sanno, che nel loro DNA c'è scritto da tempo che un pezzettino dell'una vive nel cuore dell'altra.





mercoledì 15 ottobre 2014

Ragione o istinto?

Proprio vero. Che l'arte assomiglia alla vita e certe volte ne prende le sembianze.
La mia di vita è bella così, non potrei chiedere di meglio, solo che oggi, ma anche ieri e scommetto anche domani, non riesco ad averne una visione completa, una veduta d'insieme, magari un pò distaccata per poter andare avanti con prospettive diverse. Vedo i pezzi del puzzle sparsi sul pavimento e per rimetterli insieme non so da dove cominciare. Il che è eccitante come ogni cosa che inizia, ma senza un progetto ben chiaro non si può che andare per tentativi.

Io sono di quelle lì. Quelle che credono di dover progettare tutto nei minimi dettagli e ci passano le ore e poi i giorni. Quelle che spendono il tempo a studiare il modo migliore per incastrare i pezzi tanto da farsene venire la nausea e lasciar perdere ancora prima di iniziare. Quelle che prendono tempo per la paura di decidersi. Non ho detto che mi piace, ma sono io, sono così e lo so. (E la consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento... giusto?)

Ho tra le mani un dipinto che ho appena appena iniziato ed è proprio come un puzzle che deve prendere forma. Lo amo. Per il soggetto, per i colori che voglio regalargli, per lo stile. E siccome la cosa è molto rara non voglio arrivare ad odiarlo. Quindi con lui andrò per tentativi, pezzetto dopo pezzetto e se non potrò averne una visione d'insieme prima della fine prometto che me ne farò una ragione.

Voi come la pensate, progettate e ponderate o vi buttate nei tentativi? Ragione o istinto?





martedì 30 settembre 2014

Starci dentro, ovvero Facebook ai tempi miei.

Avevo sedici anni e rubavo pagine di giornale. Ebbene sì, in sala d'attesa dal dentista io di nascosto strappavo pagine alle riviste e me le portavo a casa. Ma non ero l'unica novella Arsenio Lupin in giro dalle mie parti, quasi tutti noi lo facevamo, noi dell'Arte&Design, sezione del Liceo Scientifico Sperimentale che ancora non aveva un nome, oggi "Piero Martinetti".
Poi organizzavamo le immagini in faldoni che ci portavamo appresso ogni volta che avevamo bisogno di spunti per un progetto, per un compito, per un disegno.

Era il nostro Pinterest.

Non c'è bisogno che vi dica che il nostro Facebook consisteva nell'attaccarsi al citofono di un amico per farlo uscire (poi con la patente un colpo di clacson e non si doveva nemmeno scendere dall'auto) e che il nostro Flickr era far sviluppare il rullino con le foto del mare e vederle dopo "soli" sette giorni (se lo studio fotografico era di quelli avanti e se non avevamo bruciato il rullino con un raggio di sole e ciao).

Non sono Matusalemme, questo era del tutto normale una ventina di anni fa, solo che ce lo siamo quasi dimenticati.


1992. Incrocio tra due immagini a pastelli su carta, 20x30cm

Vedete questo disegno? Sono due immagini incrociate, una è la riproduzione della "Tempesta" di Giorgione, l'altra è la faccia di una pubblicità di bagnoschiuma credo, frutto di una scorreria nello studio dentistico appunto.
Quanto ci mettereste voi a farlo con Photoshop? Cinque secondi, anche meno immagino. Ecco, io l'ho fatto a mano, con i pastelli acquerellabili, che mi sembravano già un miracolo tecnologico. Ci misi ore, forse una settimana, ma poi presi un bel voto.

Questo la dice lunga su come sia oggi il mio faticoso e controverso rapporto con la tecnologia.

Se quella sedicenne che si esaltava per dei ritagli potesse vedere quello che esce oggi dal mio monitor credo che impazzirebbe di gioia. Ma poi si perderebbe da qualche parte là dentro, incapace di gestire tutto quel ben di Dio.
Menomale che la cosa è stata graduale almeno, così abbiamo avuto il tempo di prendere le misure (io e la sedicenne).

Abbiamo imparato a chattare, a taggare, a loggare, lo abbiamo fatto prima per scherzo, poi per gioco, qualcuno per lavoro. Per noi (... noi saremmo quelli dai trentacinque in su, per intenderci) è stato un valore aggiunto, un esperimento, l'esplorazione di un mondo nuovo.

Ma poi ci siamo moltiplicati e abbiamo creato una nuova generazione di piccoli mostriciattoli tecnologici dal dito fumante per cui tutto questo sarà normale, ma che dico, vitale.
Non ne potranno fare a meno, non sarà per loro nemmeno immaginabile un mondo senza wathsapp, senza instagram, senza youtube... e sarà un mondo migliore. Sicuro che sarà migliore, di questo sono certa, perchè loro avranno talmente confidenza con tutto questo che di sicuro ne useranno le potenzialità per qualcosa di grandioso. O almeno lo spero. 
E se poi vorranno continuare a fare foto ai piatti di bucatini pazienza.

Quando arriverà quel giorno, che poi non è così lontano, noi come minimo dovremo sapere l'abc. Per non allontanarci troppo da loro se non altro.

Ecco perchè dopo aver aperto un blog per gioco, ho aperto un profilo Facebook per gioco. Con tutti gli inciampi, gli errori e le badolate del caso. 
Ecco perchè solo ora e non prima. 
Perchè io che ho sempre denigrato e respinto tutta questa tecnologia che mi sembrava invadente, ora vorrei farci amicizia, per poter almeno fare finta di capire quello che ne faranno i miei figli quando sarà il loro turno. Starci dentro.
E poi sì, anche perchè a dirla tutta è divertente, non come sarebbe divertente tornare ad essere una sedicenne, ma quasi quanto mischiare i pastelli sulla carta.

martedì 23 settembre 2014

Leggerezza

Si dice di donne bisognose di cambiamenti che vanno dal parrucchiere e danno una svolta alla loro vita... Beate queste donne, io quando devo riordinare la parte più profonda di me incomincio ribaltando tutta casa.

Dopo un'estate un pò balorda e una vacanza ritardataria ne ho proprio bisogno, di cambiamento intendo. Di solito i buoni propositi si fanno a inizio anno, che per me, ma anche per la stragrande maggioranza di voi scommetto, coincide con il primo di settembre. Ma la sottoscritta quel giorno era impegnata a mangiare ghiaccioli dopo una tonsillectomia in età parecchio adulta e così tutto è scivolato nel pentolone del MAI fino a data indefinita.

Ho bisogno di un piano innanzitutto. 

Un piano che possibilmente contempli un riassetto generale della casa appunto, con tanto di interventi drastici in una o più stanze. Poi ci vuole una sostanziosa riorganizzazione del menage famigliare che tenga conto di orari, menù del giorno, impegni a incastro e distribuzione dei compiti. In ultimo (ma potrebbe anche essere il primo della lista), il piano deve ritagliare uno spazio dedicato all'Artitudine, un nuovo inizio che possibilmente mi porti alla soddisfazione personale sia sul piano umano che su quello lavorativo e magari finanziario.
Che altro... vorrei riuscire a praticare un qualsiasi sport al minimo sindacale, vorrei fare il cambio degli armadi prima che il gelo immobilizzi le nostre braccine in canottiera e vorrei provare a cucinare almeno un piatto vegan a settimana.

Il mio vero, grande limite risulta essere la pazienza, io tutto questo lo vorrei fare entro oggi... e siccome non so da che parte iniziare e intanto è già passata un'ora, stò già sprofondando nell'ansia da prestazione. 

Forse avrei fatto meglio a prenotare un taglio e piega...

O forse si può davvero fare tutto prendendola con filosofia...

La filosofia della leggerezza, del fatto-bene-ma-con-calma, anche di un sacrosanto sfanculamento quando la necessità lo richiede! (nella mia precedente vita è probabile che fossi contessa!)

Ora, taccuino alla mano, credo che stilerò una lista di priorita. Poi, un pezzettino per volta, cercherò di portare a termine i miei piccoli obiettivi quotidiani per rimettermi in carreggiata e affrontare la nuova stagione.

Con leggerezza, soprattutto.

E lasciatevi andare anche voi. Perchè forse basterebbe cambiare prospettiva. Forse guardando dall'alto potrebbe sembrarci tutto meno complicato. Forse con un pò di folle leggerezza potremmo addirittura gustarci meraviglie che prima nemmeno riuscivamo a vedere. 





mercoledì 9 luglio 2014

Eclectic Style

Non sognate mai di abitare in un catalogo dell'Ikea?

Case bellissime, stanze studiate nei minimi dettagli, con una palette di colori personali e decise, uno stile definito che si perpetua non solo a vista d'occhio, ma in ogni angolo di ogni stanza di queste casette senza un mestolo fuori posto... 

Questo post scritto da Anna Tulimami, la sua Ode al disordine, mi ha dato il via per pubblicare un'idea che era nell'aria da tempo, ma che non sapevo se divulgare perchè mi sembrava "fuori tema" rispetto a tutto il resto del mio blog. Ma il disordine è anche questo, il caos, l'incoerenza, la fucina in cui nascono i prodigi... L'home style è uno dei miei pallini da sempre e allora perchè non introdurlo come tema saltuario in mezzo alle mie divagazioni?!

Il fattaccio nudo e crudo è questo: io venero le riviste di arredamento, adoro i blog a tema, mi sogno bacheche intere di pinterest dai nomi stravaganti che riportano in copertina l'immagine di un comodino e sono capace di stare giorni a cercare su ebay i pomelli nuovi per i cassetti della credenza.
Però in tutto questo mi ci perdo e ne esco anche e un pò delusa a dir la verità, perchè per quanto le mie idee siano supercool e supertrendy, casa mia assomiglia solo pallidamente alla casa ideale che ho nella testa.

Bene, se come me, rientrate in una o più (anche tutte va bene..) delle seguenti categorie, allora questo post è anche per voi:
  1. non sapete scegliere una sola palette di colori : vi sembra di fare un torto a tutte le altre.
  2. non avete progettato a tavolino l'arredamente di casa vostra perchè l'avete fatto nel corso dei mesi e degli anni, man mano che ne avete avuto la possibilità.
  3. avete affiancato un tavolino vintage ad una credenza rustica. Fondamentalmente perchè cambiate idea ogni quarto d'ora.
  4. volete usare quei cuscini che vi ha regalato la nonna, ma anche quella vecchia tovaglia solo perchè non è da stirare. E le tende le prendete al mercato, quelle già fatte... vuoi mettere?!
  5. la cucina era già dentro la casa al momento dell'acquisto... e no, non si butta via niente!
  6. rustico, vintage, bohemian chic, nordic, shabby, urban, trendy... non vi affezionate ad uno stile, ma vi piacciono tutti e sono come le ciliegie, uno tira l'altro...
  7. credete che l'arredamento e la decorazione di interni sia roba divertente, ma non si possono cambiare mobili come fossero mutande.
  8. certo, con i tessuti e le decorazioni si può dare un tocco diverso ad una stanza, lo dice anche il Signor Ikea, ma cosa fate con quelli vecchi, li buttate in blocco nella pattumiera? No, aspettate che vi abbandonino uno per uno... ecco, appunto. E poi li cambiate uno per volta, tempi diversi, gusti diversi... 
  9. avete dei bambini piccoli, quindi il divano bianco meglio di no, anche se vi piaceva tanto...
  10. sempre per lo stesso motivo dovete dividere il divano (con un copridivano sopra) con il garage delle macchinine da corsa, il tappeto con la casa della barbie di quel rosa che male si intona alla sfumatura della tappezzeria e il bancone della cucina con la pizzeria di Peppa Pig.
Vi prego, non annaspate, non sentitevi delle merdine (si può dire merdine?.. senza offesa eh) solo perchè dovete tenervi il comò della zia Pierina o perchè se vi guardate intorno dal centro del soggiorno non riuscite a focalizzarvi su un colore, ma vi perdete in un arcobaleno.

La casa deve rispecchiare la vena di quelli che ci stanno dentro e deve far stare bene chi la usa così come un guscio, un nido, un rifugio dal mondo.

Ho ottime notizie per voi : avete già tutto ciò che serve, il vostro non è necessariamente un'accozzaglia, può essere o diventare un vero e proprio stile se riuscirete a mantenere il buon gusto nel fare accostamenti, scelte azzeccate e magari piccoli, piccolissimi cambiamenti.

Giuro, ha anche un nome, si chiama Stile Eclettico. Dovete solo avere il coraggio di buttarvi. Osate gente, osate colore, osate forme, profumi, materiali, osate disordine e caos, buttatevi alle spalle la vecchia concezione dei mobili che fanno "pandan" e mischiate le carte. E' casa vostra e ci dovete stare bene voi.

Eccovi qualche esempio, dal soggiorno alla camera da letto passando per la cucina e una capatina in bagno, ecco alcune immagini di case vere (certo, le proprietarie lo sapevano che si sarebbero scattate delle foto... e allora hanno messo in ordine, ovvio!), accoglienti, coloratissime e anche un pò incoerenti, proprio come siamo noi.

(e cliccate sulle foto per approfondire...)




aqua sofa, living room



Max Humphrey - Armchairs, a coffee table, and a couch atop a chevron-patterned area rug


Salvaged Style Creative Elements

Beautiful Room Design Decor Your House: Eclectic Dining Room Looks Cheerful And Elegant Furniture Used Tropical Style And Small Pendant Lighting Design Ideas Inspiration



allora, vi ho tirato un pò su di morale?

mercoledì 2 luglio 2014

Dopotutto è estate

Sono sempre stata una ferma sostenitrice del fatto che il tempo sia una scusa. Mi manda in bestia chi dice che non ha il tempo per fare questo e quello, perchè se una cosa ti appassiona, ti interessa e soprattutto ti piace farla, a costo di passarci le nottate la fai. Punto. Sennò significa che la cosa non ti preme quanto vuoi far credere.
E allora perchè da giorni ho lo sguardo perso e l'assillo tipico dell'anima in pena? 
Ecco il motivo: l'asilo è chiuso e saltano i miei novanta minuti di Artitudine quotidiana. Tragedia.

La mia ostinazione mi ha fatto valutare ogni variabile, studiare un piano d'azione dettagliato ma impraticabile, ne ho pensate tante, davvero, per poter preservare il mio angolino quotidiano. Un insuccesso. 
Ancora non me ne sono fatta una ragione. 
Non posso mettermi a dipingere, non con costanza, non questa estate.

Già prima era uno scampolo senza orli, lo facevo mentre la piccola si faceva la siesta del pomeriggio prima che arrivasse l'ora di apertura dei cancelli dell'asilo per recuperare il fratellino. Ma ora mentre lei dorme, lui reclama la sua oretta di gloria a tu per tu con la sua mamma. E non gliela si può negare.

E le cose da fare sono raddoppiate: si cucina di più e si fanno più lavatrici, la casa ha bisogno di maggiori cure per evitare il collasso, i bambini hanno esigenze diverse e magari si cerca di evitare la noia con attività varie fatte rigorosamente insieme, appuntamenti al parco giochi, visite agli amichetti, capatine dalle nonne... normale amministrazione vacanziera. Ogni tanto, anzi che dico, spesso e volentieri, attimi (anche quarti d'ora) di isterismo collettivo tra urla, pianti, tirate di capelli e botte da orbi.

Per di più siamo solo in fase di rodaggio, dobbiamo abituarci l'uno alla presenza costante dell'altro, siamo tre persone diverse con caratteri opposti e differenti inclinazioni che devono trovare un certo equilibrio per poter stare insieme ventiquattro ore su ventiquattro, non è mica roba da poco, soprattutto se si pensa che abbiamo due, quattroquasicinque e "enne" anni (ma dentro sempre una ragazzina eh!) C'è anche un quarto membro, chiaro, il sant'uomo (vabbè, adesso non esageriamo...), che giustamente si vede poco in quanto unico ad avere un posto di lavoro fisso quindi meglio che faccia il possibile per tenerselo stretto e se è il caso vai pure di straordinari!

Non posso dipingere, non ne ho il tempo, e nemmeno un livello di concentrazione accettabile per farlo... o forse non lo desidero abbastanza da sacrificare le ore di sonno o il mio uncinetto da divano prima di andare a letto. Ecco. L'ho detto, digrignando i denti, ma l'ho ammesso e ora non sapete quanto mi senta sollevata.

Sapete che cosa? come dice Barbara qui : "fanculo la prestazione" e il miglior consiglio di sempre: "tieni gli occhi puntati su salute e affetti, e tutelali sempre".

Farò così allora. Proverò a prenderla come una pausa, proverò ad esercitarmi nell'arte del godere delle piccole cose. Che poi i figli crescono. Proverò a rilassarmi per quanto mi sia possibile, testaccia dura che non sono altro.E voi mi perdonerete se sarò meno presente, meno social (neanche lo fossi mai stata!), meno artistica, meno di tutto, ma ho da fare con i miei bambini adesso, per l'Artitudine poi ci sarà tempo a settembre.

Allora, qualcuna di voi è nella mia stessa situazione? Sapete se esiste un decalogo di sopravvivenza estiva per le mamme? Perchè stavo pensando di stilarne uno se supererò indenne il mese di luglio, quindi se avete consigli scrivetemeli. Ma con calma e un'acqua e menta. Dopotutto... è estate!










lunedì 23 giugno 2014

"Il pirata" e "La sirena"

Non mi chiedete come sono finita a fare quello che faccio.

Perchè gira e rigira non lo sò nemmeno io.

Diciamo che più o meno dal primo pastello che ho preso in mano a due anni e mezzo ho intuito che l'arte avrebbe in qualche modo fatto parte della mia vita. Da lì in poi ho valutato diverse opzioni. A sei anni volevo fare il pittore, a sette la fumettista, a otto la stilista di moda o la writer con le bombolette sui muri di San Diego, a dodici la critica d'arte, a quindici l'illustratrice naturalistica col cappello di paglia, a venti l'imbianchina col furgone, l'intercalatore di cartoni animati, la falsaria, a venticinque la grafica, l'architetto, vetrinista, illustratrice anatomica, arredatrice d'interni. L'altro giorno mi è balenata l'idea di imparare a dipingere la ceramica e le uova di struzzo.
Ho demolito alcune ispirazioni sul nascere, alcune strade le ho abbandonate dopo pochi tentativi, altre hanno abbandonato me, ma bene o male, a parte una deviazione intorno ai dieci anni in cui diventare suora cuoca era la priorità, ho sempre girato intorno a colori e pennelli.

Ma ancora adesso, che di anni ne ho parecchi e faccio anche un pò ridere, se mi chiedete che cosa voglio fare da grande, vi risponderò sempre e comunque : l'illustratrice per l'infanzia.

Non sono stata perseverante e quello che era il mio sogno non ho mai neanche provato a realizzarlo, è ancora lì, nel cassetto che se la ride beatamente alla faccia mia.

Perchè si sà, gli eventi ti trascinano e ti sbatacchiano di quà e di là e la vita ti porta un pò dove vuole lei facendoti perdere la tramontana ogni volta che ne ha l'occasione. Forse non sarei stata comunque abbastanza brava, però ogni volta che si può ne approfitto per tornare al primo amore.

Questa volta l'occasione è stata il regalo per il battesimo di R. e un pensiero per la cameretta sua e della sua sorellina A. Sono due pannelli di 30x30cm, pittura a olio. "Fratello pirata" e "Sorella sirena". Cosa ne pensate?





venerdì 20 giugno 2014

Evasione del venerdì : Daily Painters - Carol Marine

Ma è di già venerdì? Questa volta proprio non mi sono accorta che la settimana stava finendo, ho fatto e disfatto mille cose, troppo presa dagli eventi. Credo che ad un certo punto il tempo si sia messo a correre più veloce del previsto proprio mentre mi stavo rosicchiando un ghiacciolo alla menta... ma magari è solo una mia impressione...

Lo scorso venerdì ho parlato dei Daily Painters (in questo post), oggi continuo su questa strada mostrandovi i lavori di un'altra pittrice da una tela al giorno.

Carol Marine: Dipinge nature morte con pennellate decise e essenziali, avreste mai pensato che quattro lampadine potessero fare un quadro così bello?
Ma credo che questa artista dia il meglio di sè nelle rappresentazioni della quotidianità: lei prende fotografie semplicissime di gente normale (a volte anche fotografie che la maggior parte di noi definirebbe "brutte") e ne fa capolavori. Scene ordinarie diventano la scusa per cercare la bellezza anche laddove sembra impossibile trovarne.
Ovviamente è una blogger (come quasi tutti i daily painters, ve l'avevo detto? no, forse non ve l'avevo detto...) e dal 5 ottobre del 2006 ha fatto e poi postato un quadro ogni giorno. Fate voi i conti.

ends chopped off - oil on gessoboard - 6x6 in

glass on glass and flowers - oil on gessoboard - 6x6 in


glass on glass and flowers - oil on gessoboard  - 12x12 in

bottle buddies - oil on gessoboard - 6x6 in

afternoon apples - oil on gessoboard - 6x6 in


the golden bowl - oil on gessoboard - 6x6 in

pitcher perfect - oil on gessoboard - 6x6 in

bulb bits - oil on gessoboard - 6x6 in

too cool for school  - oil on gessoboard  - 6x6 in

bring your own bag  - oil on gessoboard  - 6x6 in


wading in the light  - oil on gessoboard  - 6x6 in

digging holes - oil on gessoboard  - 6x6 in

hanging over the rails  - oil on gessoboard  - 5x7 in

blue suit  - oil on gessoboard  - 6x6 in

diaper but  - oil on gessoboard  - 6x6 in

wiggly walk  - oil on gessoboard  - 6x6 in

bag lady  - oil on gessoboard  - 5x7 in

staying dry - oil on gessoboard  - 6x6 in

gripping  - oil on gessoboard  - 6x6 in

stripey boy - oil on gessoboard  - 6x6 in

central park people  - oil on gessoboard  - 5x7 in

mr grumpy face   - oil on gessoboard  - 5x7 in
* Gessoboard = sono tele preparate a gesso montate su pannelli di legno o cartone
* l'unità di misura indicata con "in" stà per "inch", pollice. 1in= 2,54cm quindi tutti o quasi questi quadri misurano circa 15x15 cm.
* Il pesce l'ho volutamente inserito nei ritratti, perchè, voi l'avreste catalogato come "natura morta"?