lunedì 2 novembre 2015

Di corse, di rincorse, di deliri e di bellissimi ricordi.

Prima ancora di imparare a scrivere.
Prima di imparare a dipingere.
Prima ancora di imparare ad amare.
Prima ancora di imparare a cambiare un pannolino, a curare una bua con un bacio, prima ancora di imparare a tacere quando è il caso.
Prima ancora che inventassero la felpa con la tasca per il telefonino, i pantaloni con la tasca per il telefonino e la giacca con la tasca per il telefonino.
Prima di tutto questo ho imparato a correre.

E la corsa mi ha sempre accompagnato nelle varie fasi della mia vita, a volte anche solo col pensiero (diciamo per quei tre, forse anche quattro anni in cui vero che ho appeso le scarpe al chiodo, ma vero anche che aspettavo il momento buono per riprendere eh...).

L'ho sempre detto alla mia amica Lory, correre è una questione di testa. Puoi anche avere due gambette rinsecchite e il fiato di topolino, ma con una testa ben allenata correrai una maratona intera.

Ecco, io vado a correre per due motivi fondamentali: per poter mangiare la cioccolata (tanta cioccolata) senza troppi sensi di colpa e per pensare.
Devi per forza pensare a qualcosa quando corri, per non stramazzare dopo i primi due metri. Se corri lunghe distanze poi devi far appello ai pensieri più reconditi che il tuo cervello in evaporazione può offrire, devi andare a tirare fuori dai cassetti roba che non pensavi nemmeno fosse ancora legale.
Piano o forte che tu vada, se corri, di sicuro impari a pensare.
A come pensare.
A mettere in fila i pensieri in modo che tra di loro non si intralcino.
A disporli sul piatto uno alla volta per farli durare più a lungo.
Devi per forza affrontare anche cose che eviteresti volentieri, ma una volta sola con te stessa non puoi certo fare finta di niente.
Devi potertici perdere, ma in qualche modo anche saper tornare indietro.

Quanti pensieri ho fatto  dentro a quelle scarpe da ginnastica, quante decisioni prese, quanti litigi con l'altra me e pugni nello stomaco, quante lezioni comprese, quanti discorsi chiusi e quanti casi riaperti.

Lo so, sembra un post delirante, forse lo è.
In realtà volevo solo riflettere su quanto la vita assomigli alla corsa. E su quanto ognuno di noi la affronti in maniera diversa: c'è chi corre perchè insegue qualcosa, chi lo fa perchè sta per essere inghiottito dal nulla, c'è chi è vittima di un moto perpetuo e non può fermarsi mai, chi è in perenne rincorsa per spiccare un ipotetico balzo che lo porterà a chissà quale vittoria.
Poi c'è quello che struscia i piedi (voglia di vivere saltami addosso, per capirci, quello lì) , quello che si scapicolla pur di stare dietro al gruppo, c'è quello che correndo si da i calci nel sedere e quello che va con le ginocchiate sui denti, chi adora saltare gli ostacoli, chi ama la staffetta e il lavoro di squadra, c'è quella che corre con l'amica solo per poter spettegolare delle colleghe.
Poi ci sono i maratoneti: 42 km in solitaria dopo mesi di sudore e sacrifici, per dimostrare qualcosa di importante a se stessi, o forse solo perchè quella volta lì avevano parecchio su cui pensare.
Forse volevo sapere : voi che tipo di corridori vi sentite? O forse volevo solo condividere con voi uno dei miei ricordi più belli di sempre...

2003 . NYC Marathon

martedì 29 settembre 2015

Il coraggio di essere bulbo.

La dichiarazione d'intenti dopo la prima pennellata al quadro-puzzle era ben chiara: portare avanti il lavoro un pezzettino alla volta, senza poter avere una visione d'insieme fin da subito, senza progetto e con tanta improvvisazione. Promettevo addirittura di farmene una ragione. Era il  15 ottobre 2014, scrivevo questo post, e davvero, avevo tutte le migliori intenzioni di perseguire il mio buon proposito. Già mi vedevo a dare sicure pennellate veloci, ad abbozzare allegramente colori e forme, a mettere insieme i pezzi secondo un'ispirazione venuta da lontano come una brezza fresca su un'asfalto torrido.

Ma ho bellamente fallito nel mio intento e ora devo rivedere la mia posizione. 

Sapete perchè?

Perchè io mi vesto a cipolla. 
Forse solo da quando mi è stato concesso il privilegio della maternità, o forse avevo già un'animo bulboso da prima che nascessero i miei bambini. Non lo so. 
Ma credo che la mammitudine qualcosina c'entri in effetti.
Canotta, maglietta, felpa, giubbotto... e magari prima di uscire di casa prendo al volo anche un ombrello che non si sa mai. Più la roba di tutti gli altri ovviamente. Si esce sempre con la valigia in pratica.

Penso e ripenso, progetto, misuro, peso, pondero e poi, solo alla fine, parto.
Sono così nella vita e non potrei essere altrimenti nel mio modo di lavorare.
Devo dare largo spazio alle correzioni, ai ripensamenti, agli aggiustamenti, agli imprevisti.
Che mi piaccia o no. Che vi piaccia o no.

Sono una da velature, non c'è dubbio. 

La cosa migliore è essere sempre esageratamente fedeli a se stessi. 
Avere il coraggio di essere estremamente bulbi, se necessario. 
Anche se l'immagine che vorremmo dare di noi al mondo è un tantino diversa. 
Anche se vorremmo tanto avere il fisico per poter andare in giro senza maglietta della salute il 20 di dicembre. 
Altrimenti si rischia di arenarsi su un quadro-puzzle senza sapere come andare avanti... Oppure  di prendersi un bel raffreddore giusto in tempo per Natale.



lunedì 21 settembre 2015

Pronti, partenza, via!

Più o meno un anno fa, in questo post, blateravo di ritorni all'ordine, di cose ben fatte, di leggerezza e bla bla bla... Leggetelo, per carità, soprattutto se siete in piena sindrome settembrina da rientro credo che potrebbe farvi bene all'umore.

Non a me, perchè ve lo dico...
Pronti , partenza, smentisco tutto.
Ho cambiato idea.
Con i chili e chili di coerenza che solitamente mi contraddistinguono.

Non voglio prenderla con calma proprio per un piffero, non voglio nemmeno prenderla con tanta leggerezza... sono mesi che non tocco un pennello, per mia scelta sia ben inteso, ma ora ho proprio voglia di riprendere da dove ero rimasta. E' ora di rimettersi al lavoro.

E non con leggerezza, ma con grinta, passione, determinazione, con due rughe tra le sopracciglia per fissare bene lo sguardo concentrato sulle cose importanti.

I sogni non si inseguono a giorni alterni. I desideri si realizzano con sudore, lavoro, fatica ( a volte per culo, ma questa è un altra storia). 
Le passioni vere bruciano dentro, si arrampicano fino in cima e non si fermano a fare merenda. 

Riparto da dove ero rimasta, il "quadro puzzle". Se non ve lo ricordate ne parlavo qui e poi qui. E' proprio ora che lo finisca, dico io, e quale miglior momento di questo, con tutta la voglia di ricominciare e la determinazione che si respira in questo mio piccolo angolo di mondo fatto di pennelli, di colori e di tele scarabocchiate?





Ora ditemi, sono curiosa: in quale modo perseguite i vostri sogni? Li pedinate in silenzio studiandoli da dietro l'angolo o li inseguite a sirene spiegate?






  



mercoledì 5 agosto 2015

La freccia & l'insegna. Strade da prendere senza passare dal via.

Qualche settimana fa ho iniziato il discorso, in questo post. 
Parlavo di esperimenti, di intenzioni, di un posto incantevole chiamato "La finestra sul lago".

Non servono grandi descrizioni, basta seguire il profilo instagram di Serena @finestrasullago per rendersi conto della magia del suo B&B, della vista mozzafiato, della cura per i dettagli, delle colazioni da leccarsi i baffi.

Sostanzialmente servivano due cose: una freccia e un'insegna. 
La freccia : per decidere quale direzione prendere.  
L'insegna: per capire quando si è arrivati nel posto giusto. 

Dici poco ... a me, una che difficilmente sa dove deve andare e tanto meno quale strada prendere per arrivarci.

Ma Serena ha avuto fiducia nel suo istinto e nelle mie capacità. 
E io devo ammettere di aver imparato, tra pialla, seghetto, raspa e pennello, qualcosina in più sulle strade giuste da imboccare. 

In fondo ci si capisce, io e lei, adoratrici di cose belle e bellissime, con il ticchio dei particolari, la fissa dell'aria salubre e la venerazione per le cose semplici (e per la cioccolata). 
Ma accomunate, più di tutto, dal non potersi fermare MAI. 
Davanti ad una meraviglia. Forse. Ma giusto un attimino. 
Poi via di nuovo, senza passare dal via. Si tratta di una sorta di frenesia intercostale che ti impedisce di sostare o forse di un difetto congenito del meccanismo di rallentamento dei neuroni. Non so.

Chi si assomiglia si piglia, così si dice, e dalle nostre due teste mescolate ecco cosa è venuto fuori:

Dopo uno studio approfondito dell'ambiente e un "assaggio" delle sue usanze...


IMG_1701.JPG


... dopo il progetto...


... dopo la realizzazione del manufatto...


... dopo il trattamento del fondo ...


...dopo la decorazione...


... dopo un tentativo di fuga con il bottino ... 


... dopo le rifiniture ...


Eccola.
LEI.
La freccia


Ed ecco lei.
L'insegna
(e qui anche Luna, che ti fa le fusa quando arrivi!)




venerdì 24 luglio 2015

Evasione del Venerdì: Gustavo Silva Nunez - Gustavoinutero

Avevo promesso rinfrescanti venerdì di Evasione attraverso una selezione di artisti che dipingono acqua e frescure varie , poi mi sono pucciata nella mia piscina monoposto e un pò mi sono dimenticata di scrivere, ma questa settimana, nel pieno della calura di luglio, voglio proporvi una vera perla del genere "acquatico". 

Lui si chiama Gustavo Silva Nunez. E' un pittore Venezuelano e non sono riuscita a reperire molte notizie sul suo conto.
Sembrerebbe un tipo parecchio misterioso, non credo abbia nemmeno un sito web. Si vocifera sia batterista in una band indie-punk e faccia magliette in serigrafia.

Ma le sue tele parlano da sole direi.

Di lui mi piace: 
la tecnica: olio su tela, un iperrealismo eccezionale.
le dimensioni delle opere: soggetti a grandezza reale e anche di più, tele grandi, molto grandi
i soggetti: non solo gente in acqua, ma significati a più livelli e una straordinaria vitalità in ogni suo lavoro.

Ma soprattutto, il suo rapporto con Instagram.

Ecco qual'è la sua particolarità: il suo modo di proporsi. Lui non si limita a fotografare i suoi lavori, ma ritrae se stesso in rapporto ad essi, in modo da sembrare lui stesso parte integrante dell'opera d'arte. E l'effetto credetemi è strabiliante.
Non per niente ha 62.0000 Insta-seguaci e se volete diventare il 62milaunesimo o solo dare un'occhiata ecco il link

Gustavo, sei un genio .

Making a splash: Venezuelan artist Gustavo Silva Nuñez has brought his paintings of swimmers to life by posing with them playfully, giving the illusion that he is about to dive into the water

Realistic: His use of light and reflections make the paintings appear three-dimensional, as if they are about to surface out of the water and into reality

Getting to grips: In one photo, he paints tattoos onto the arm of a man in his painting, pretending to hold onto the man's other arm

Mingling: To add to the realism, the artist poses next to the paintings in strikingly interactive ways, making it look as though he is grabbing onto the swimmers' limbs or shielding himself from their splashes

Take a dip: He poses without a shirt on, adding to the effect that he is ready for a swim

Art meets reality: In the images, Mr Nuñez, who has more than 62,000 followers on Instagram, looks as though he is right there with his subjects

Popular: Fans have taken to his Facebook to express their awe. 'Too much, incredible!' commented one person. 'Amazing!' wrote another fan


mercoledì 22 luglio 2015

Riflessioni post-vacanze e buoni propositi del rientro

Non so quand'è che ho perso la tramontana.
Ho vissuto i miei giorni di vacanza in uno stato di amnesia felice. Ma anche con un'assoluta libertà di cui non ricordavo il sapore.

Niente facebook, niente pinterest, niente social, niente pc, niente smartphone. Come ai vecchi tempi.

E ci stavo prendendo gusto, davvero. Solo che tornare alla normalità significa anche riprendere in mano i propri strumenti del mestiere.

ahhhhhh. Paura. Depression.

Come a Capodanno, risaputa terra di buoni propositi, sento il bisogno impellente di lasciare andare un pò di zavorra per riprendere un pò di slancio. 
Ho una sindrome da rientro con la smania di ripulire casa. Dove ripulire non stà per togliere un pò di polvere qua e là, ma significa mettere insieme montagne di robaccia da metter fuori il martedì (che passa il camion dell'indifferenziata). Sto rastrellando armadi, scrivanie, mobili, mensole, dispense, frigoriferi. E so bene che la parte difficile deve ancora venire. 

Non avete mai la sensazione che tutte quelle informazioni che tenete chiuse nel vostro computer in realtà stiano per far esplodere il vostro cervello?  
Che io non sia una persona proprio ordinata è risaputo, ma in qualche modo riesco a tenere a bada il mio caos, se non altro per far spazio al caos degli altri tre che condividono la mia vita. 

Nascondo i cocci sotto il tappeto, solo che il tappeto il questo caso è lo schermo del mio pc.
E lì dietro mi permetto un casino apocalittico.

Ma pesante. 
Così pesante. 
Talmente pesante che mi fa pesare anche l'anima, sul serio. 

Un accumulo di foto, file, falsi amici, finte ispirazioni, idee superflue. 

E sapete qual'è la nota dolente? Che so benissimo da cosa deriva tutto questo accumulo: dal tempo male impiegato.
Farsi i cavoli degli altri su fb : i 50 minuti al giorno peggio spesi.
Accumulare idee per progetti che non realizzerò mai :  90 minuti al giorno di energie sprecate.
Fare wishlist e caricare carrelli on line di cose che non comprerò: 40 minuti al giorno buttati al vento.
Cercare bellezza nel quotidiano degli altri attraverso l'Insta-quadrato perfetto: 120 minuti al giorno di improvvisazione mal celata.
Eccetera eccetera eccetera.
Intendiamoci, penso che siano strumenti formidabili, invenzioni necessarie, ma vanno assunte nelle dosi raccomandate, per via degli effetti collaterali.

Tutte queste pratiche quotidiane che lì per lì mi danno un certo gusto e piccole effimere soddisfazioni, alla fine non solo appesantiscono il pc e la mia testa, ma rischiano di diventare abitudini deleterie che causano sconforto, malessere, frustrazione.

"non guardare" direte voi... certo, è una soluzione. Ma io so che lì dentro ci sono scelte che ho fatto io e che vorrei tanto poter cambiare, migliorare, indirizzare, raddrizzare.



Ecco cosa farò questa estate, una bella ramazzata, un "delete" ragionato, un ripulisti consapevole del mio computer e della mia infinitesimale parte di web. Il tutto in maniera molto allegra, s'intende.
Per sentirmi più leggera e con tutte le rotelle a posto.
Oltre a sbrinare frigo e freezer ovviamente

Con la promessa di limitare i danni e cercare di accumulare un pò meno inutilità e cattive abitudini in futuro. 

Questo è un post che può sembrare un delirio da caldazza, ma io lo vedo più come una riflessione propositiva che potrebbe addirittura migliorare la mia vita, e scusatemi se è poco. Sono curiosa di sapere il vostro punto di vista, voi come la pensate in proposito?


giovedì 25 giugno 2015

Di maestra ce n'è una sola...

Quando ti scegli un marito prendi il pacchetto completo a occhi chiusi, sperando che ti giri pulita anche con la suocera.
Quando scegli l'asilo per tuo figlio è un pò la stessa cosa... e speri che la maestra sia all'altezza delle aspettative.
Perchè di mamma ce n'è una sola e su questo non si discute.
Ma la maestra è tutta un'altra storia.

E' molto difficile per una mamma pensare di mettere il proprio figlio in mano ad una petfetta estranea. La vorresti come e più di te, ma allo stesso tempo pensi di dover allenare lo spirito di indipendenza della creatura che dovrà pur imparare a relazionarsi con persone diverse. E per quanto coraggiosa ti faccia sentire questo ultimo pensiero, non lo sarai mai abbastanza da crederci davvero fino in fondo.

C'è un motivo alla base della definizione di scuola "materna". Altrimenti si sarebbe chiamato "parcheggio per bambini" o "pit-stop per mamme".

La maestra della scuola materna deve avere una marcia in più. Deve saper prendere tuo figlio nel modo giusto, accompagnarlo per mano a salutare la mamma dalla finestra. Deve saper cogliere le sfumature, perchè certe volte l'euforia di un bimbo è stanchezza, la rabbia è tristezza, le lacrime sono fame e le corse felicità. Deve fare questo e molto altro per una trentina di bambini al giorno. Per un numero esagerato di giorni all'anno. Ogni giorno con un gran sorriso. Deve improvvisarsi psicologa, infermiera, cuoca, fatina dei denti. A volte persino centometrista.

Deve essere un supereroe, non ci piove.

E le maestre del nostro asilo sì, che sono dei supereroi.

Per Leonardo finisce un percorso di tre anni che grazie a loro è stato sereno, produttivo, meraviglioso. I primi ricordi di cui avrà memoria saranno pensieri felici accompagnati dalla presenza di Superman, di CapitanAmerica , ma anche di Daniela, Simona e Cristina.
Ecco perchè insieme alle mamme degli altri "grandi" abbiamo deciso di fare un dono speciale alle maestre, un ringraziamento per aver amato così tanto il loro lavoro e i nostri bambini.

I dipinti sono "decopanels" realizzati ad olio su tavole di mdf, 20x20 o 30x30 , 14mm di spessore. Con dedica sul retro  e pacchetto regalo ovviamente!

Non so se qualcuno ha mai capito quale sia il vero motivo, ma da che mondo è mondo alle maestre si regalano mele rosse...





Le tre rose invece sono il nostro grazie (nel linguaggio dei fiori la rosa rosa è sinonimo appunto di gratidudine) alle tre aiutanti: la cuoca Claudia, l'assistente scolastica Nadia e la vice-supereroina Cristina





Personalmente ringrazio tutte le mamme che mi hanno dato fiducia e supporto nella realizzazione di questi quadri. E che dire, ci vediamo in prima elementare!

venerdì 19 giugno 2015

Evasione del venerdì : Sarah Harvey

Altro giro, altra corsa... o forse dovrei dire altro tuffo! Oggi è venerdì e come promesso vorrei farvi conoscere un pò alla volta i "pittori dell'acqua" che io stessa sto scoprendo con mia grande gioia, sorpresa e... ispirazione!

Oggi è il suo turno, Sarah Harvey. 

Una ragazzina dell' 81, inglese di nascita anagrafica, fiorentina di rinascita artistica. 

Per me,  una fuoriclasse. Nelle sue tele a prima vista si leggono freschezza, leggerezza, benessere e spontaneità. Andando più a fondo emergono insicurezza, fantasia, richiami sessuali e fragilità. 

Di lei amo l'indiscutibile perizia tecnica, la precisione delle pennellate, le dimensioni enormi delle sue tele e la sua capacità, come accennavo sopra, di attribuire al suo linguaggio pittorico un significato a "strati " che può variare a seconda della predisposizione dell'osservatore.

Una curiosità: quasi tutti i suoi dipinti sono autoritratti!

Questo è il suo studio nell'East London...




E questa una piccola selezione di suoi dipinti...

Mermaid 2006 - olio su tela -  146x161cm

Falling Pleasure
Falling pleasure  2010  - olio su lino - 151x134cm

Cubist waters 2011 - olio su lino - 115x169 
Emerald lagoon 2013 - olio su lino- 115x168cm

Se volete saperne di più visitate il suo sito qui , ne vale la pena!

martedì 9 giugno 2015

Evasione del venerdì... di martedì: Samantha French


Potete considerarla una partenza intelligente per arrivare preparata al prossimo venerdì, ma in realtà è solo un ritardo colossale perchè avrei voluto scrivere questo post quattro giorni fa. Ma ad ogni modo... chissenefrega!
Tanto con questo caldo ogni minuto è buono per scappare con la testa da qualsiasi parte e mi sembrava il minimo traghettarvi là dove si trova un pò di refrigerio. Vi voglio proprio portare alla scoperta di una serie di pittori e pittrici che esplorano le vie infinite dell'acqua.

L'acqua come elemento naturale, l'acqua come colore dai mille colori, l'acqua come movimento infinito, l'acqua come libera forma. L'acqua come sospiro dei sensi nell'afa del caldo che fa.
Iniziamo da lei. Samantha French.

Originaria del Minnesota, terra di laghi generosi e di grandi rigeneranti ammolli...
Nella sua biografia spiega il suo rapporto con l'acqua come un gancio che la riporta nel suo passato di bambina e nella sua terra di estati e bagni.

Intato la ammiro tantissimo. Forse ne sono addirittura un pò invidiosa (ma certe volte una sana invidia è uno stimolo a fare meglio. O no?!). Per questi motivi:
1.Per la sua produttività esagerata, una quantità infinita di tele di dimensioni enormi. Tutte vendute.
2.Per aver trovato un filone e una filosofia a quanto pare inesauribile, ma non si sarà ancora stufata di dipingere piscine?
3. Per avere uno studio in centro a Brooklin, NYC, ma per questo magari la invidiate un pò anche voi...

Io adoro i suoi lavori per la tecnica ineccepibile, per le grandi, grandissime dimensioni e per la non-definizione del tratto. I soggetti poi, mi fanno venire letteralmente voglia di tuffarmi nei suoi quadri, a voi no?

2015_twogirls_com.jpg
Two - 2015 - olio su tela 101,6cmx152,4cm
2015_lassig_surface1.jpg
2015 olio su tela 142,24cm x 152,4cm
2014_kbb.jpg
2014 Surfacing olio su tela 111,76cm x 127cm
Se volete saperne di più potete vedere il suo sito qui e la sua pagina fb qui

martedì 26 maggio 2015

E-Sperimentare

Amo il mio lavoro perchè non posso farne senza. Quasi sempre è anche il motivo per cui lo odio.

Mi guadagno la mia piccolissimissimissima pagnotta facendo una cosa che mi piace tanto. Anche se facendo due conti quasi mai quel guadagno basta a coprire le spese, il tempo, l'impegno che ci ho messo. Ma gli artisti si sa...

Per quanto il mio fine settimana sia gratificante, rilassante e divertente, c'è sempre un momento in cui mi ritrovo ad aspettare  con impazienza il lunedì, per ricominciare a godermi le mie ore di artitudine.
Ed è lì, in quell'istante, che mi rendo conto di fare DAVVERO ciò che ho sempre desiderato.

Cè un aspetto poi, che più di tutto mi fa andare avanti dritta per la mia strada.

Sperimentare.

Prendere nuove strade, provare nuovi materiali, mettersi in gioco con tecniche diverse dalle solite. Provare, pasticciare, sbagliare, arrabbiarsi, riprovare, tentare, ritentare, fallire e crescere.
Che poi alla fine tutto riesce, ma solo dopo aver attraversato una quantità esagerata di emozioni controverse.
Eccitazione, supereroismo, baldanza, premura. Si passa dall'accettazione dei propri limiti, sfiducia nelle proprie capacità, insonnia, affanno, disamore, sfiancamento. E poi risalita. Ri-innamoramento, un sorriso, la calma, il lavoro, il risultato. Potrei evitarmi la prima metà, se solo fossi un pò meno masochista e un pò più "manager" di me stessa.
Ma sono fatta così, la soddisfazione stà proprio lì, nel mescolare lavoro e vita.

Eccomi alle prese con un progetto che prevede la lavorazione del legno.
Progetta, disegna, taglia, carteggia, raspa, dipingi e trallallà.
Più tutta la sequenza di stati d'animo elencata sopra.
(Menomale che ho due validissimi collabratori che mi aiutano nell'impresa, grazie papà e grazie marito!)

E'  ancora presto per svelare i particolari, ma posso dirvi che questo lavoro ha a che fare con la mia amica Serena e il suo spettacolare B&B "La Finestra sul lago", che devo ancora decidere se è più bella la casa, il giardino o la vista che se ne gode! Date un'occhiata al sito o alla sua pagina Facebook e poi ditemi se non vi viene voglia di andarci solo per assaggiare le sue torte!





giovedì 14 maggio 2015

"Point Betsie Lighthouse"

Un attimo prima il "quadro prezzemolo" (ne ho già parlato qui) prende forma nel mio angolino caotico...


...e un attimo dopo è finito, giusto in tempo per partire per la casa che lo aspetta al mare. 
Buon viaggio "Point Betsie"!




"Point Betsie Lighthouse" olio su tela 30x60cm


sabato 9 maggio 2015

Mr. & Mrs "Chef"

Questi due mi hanno fatto "compagnia" in studio per un pò di giorni.

Non posso dire che siano ritratti. 
Perchè per me un ritratto semplicemente copiato da una fotografia non lo si può fare bene. Per fare un ritratto devi conoscere la persona che dipingi, per coglierne le espressioni tipiche e la sua vera essenza.

Non posso dire che siano caricature.
Perchè la caricatura deve esaltare i difetti del personaggio in questione e io sono troppo educata per far notare le magagne agli amici, figuriamoci a due perfetti sconosciuti! 

Queste sono rappresentazioni simpatiche di due persone reali, fortemente volute da un'amica della coppia che voleva far loro un regalo davvero speciale e personale nel giorno del loro matrimonio. 

Loro sono "Le Bon Ton" e "Le chef", insieme gestiscono un ristorante e oggi si promettono amore eterno! 

"Le Bon Ton" olio su tavola 25x50x1,4cm

"Le Chef" olio su tavola 25x50x1,4cm



Anche senza conoscerli a forza di guardarli negli occhi mi sono già un pò affezionata
 ... quindi ...
auguri di cuore anche da parte mia Mr.&Mrs. Chef!