sabato 15 novembre 2014

A quel Paese

L'Artitudine è andata a quel paese. Proprio per davvero. Un paese di mille anime con una Scuola Media di un centinaio.

Vedo ogni giorno facce sfacciate di undi-dodi-tredicenni con felpa sformata e zaino pesante cresciuti a pane, cellulare e Sponge-Bob. Bambini che non sanno se diventare grandi subito o aspettare un altro pò, alti come pali della luce e fragili come foglie secche a novembre. Non capisci bene se ci sono o se ci fanno... se ti prendono in giro o sono proprio così come li vedi: è l'innocenza che se ne stà andando via a grandi passi e saluta con la manina senza girarsi più indietro.

Si tratta di una breve supplenza, una manciata di settimane appena, quanto basta per un viaggio itinerante nel mondo controverso della NOSTRA scuola.

Alle otto del mattino li adoro e la mia giornata parte piena di aspettative e buoni propositi. Alle dieci non li sopporto più e i buoni propositi sono scappati a gambe levate. All'una del pomeriggio mi arrabbio con il sistema scolastico per tutte quelle piccole grandi cose che se si potessero cambiare vivremmo tutti meglio e alle quattro non vedo l'ora di tornare a casa dai miei bambini benedicendo il fatto che ho ancora qualche chilometro di rincorsa prima che si avvicinino alla pubertà.

Insegnare è una sfida ed è ben più difficile di quanto mi immaginassi. Sottovalutavo forse il fatto che prima di poter elargire a piene mani il tuo sapere devi imparare a gestire venti o trenta anime turbolente. Gente che alle due del pomeriggio, orario in cui la loro natura li vorrebbe a cercar castagne con i nonni, non hanno di sicuro voglia di stare per la settima ora di fila con il sedere piazzato su una sedia scomoda.

Un'esperienza preziosa comunque, almeno quanto un corso di sopravvivenza nei Marines.
E ne farò tesoro, ve lo prometto.

Comunque io mi adatto presto e mi affeziono in fretta. E così "Quel Paese" è diventato anche un pò casa mia. E ora ci si arrovella pensando al Natale. Addirittura ci si fa un vero e proprio mercatino laggiù, con tanto di oggetti in vendita fatti dai ragazzi della scuola. E siccome è fondamentale insegnare loro l'arte del riciclo e del riuso creativo ecco che sono andata in cerca di progetti natalizi.

In rete c'è l'imbarazzo della scelta, scrivete su Pinterest le paroline magiche "Christmas" "recycled" diy" e si aprirà un mondo davanti ai vostri occhi increduli. Questa volta io ho scelto progetti semplici, fattibili anche da manine impacciate e soprattutto che non prevedano l'utilizzo di strumenti appuntiti, taglienti o roventi. Ecco la mia selezione, potete cliccare direttamente sull'immagine se vi interessa approfondire l'argomento:


pinguini dalle bottiglie di plastica...

pingüinos



himmeli dalle cannucce...

Himmeli



babbi natale e pacchetti regalo dai rotoli di carta igienica...





pupazzi di neve dai tappi di latta...








cristalli di neve e stelline dai giornali vecchi...




Riciclata di giornale appesi stella addobbi (dimensione: piccolo. Confezione da 5)


presepe dai bastoncini dei ghiaccioli...



e il mio preferito in assoluto: il gufo con i tappi delle marmellate...

buhos

...avete altri suggerimenti per me?

2 commenti:

  1. Irene e cosa insegni di bello?
    Il mio Romeo sta per compiere 10 anni, si avvicina a quell'età, così quando esco osservo i ragazzini, cercando di capire cosa mi aspetta. A volte mi fanno tanta tenerezza, altre tanto ridere, ma altre volte mi inquietano. Persone in via di definizione. Che compito delicato mi aspetta!

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    1. ciao Anna, sto insegnando Educazione artistica. Età strana davvero quella lì, presi da soli ti stupiscono per quanto sono svegli, curiosi, generosi, ma quando sono tutti insieme ti stupiscono per quanto diventano ottusi, pigri, tontoloni. Il compito dei genitori e degli insegnanti è arduo davvero, fornire loro gli strumenti per vivere nel mondo e poi lasciare che si facciano strada a nasate! Devono imparare a prendere le misure per sapere quanto possono fidarsi di loro stessi e a noi tocca aiutarli a non farli cadere in un eccesso o nell'altro.
      Nè con la disciplina ferrea, nè con la libertà assoluta. Con equilibrio, pazienza e amore sfegatato.

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